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Recensione "Il Divoratore"



TITOLO: Il Divoratore
AUTORI: Simone Gambinere  & Aligi Pezzatini
GENERE: Fantasy
PUBBLICAZIONE: Self Publishing





Altea è un'archeologa rinomata ad Esperia, durante una spedizione insieme al suo team e al fratello Abel, ritrova uno strano manufatto, ma quest'ultimo causerà enormi problemi alla nostra protagonista, si tratta di fatti di qualcosa pienamente impregnata di tecnologia antica e quando si avvicina per osservarlo meglio, accade qualcosa di inaspettato. Qualcosa che cambierà la sua vita per sempre...
L'ambientazione di questa storia è un punto molto interessante. Di fatti ci troviamo in un'epoca moderna, ma allo stesso tempo antica, è come se due linee temporali coesistessero. Una cosa sicuramente particolare, che potrebbe essere un azzardo in quanto i collegamenti sono complicati da fare coincidere, ma non per i nostri due autori, che hanno gestito questa idea nel migliori dei modi. Mescolando al meglio tutti i dettagli rendendo la linea temporale omogenea.
I luoghi, così come gli oggetti sono descritti minuziosamente, cosa che definirei una peculiarità di questi scrittori, che attenzionano anche il dettaglio più piccolo, ma che ci permette di immaginarli alla perfezione.
I personaggi sono qualcosa per cui ho perso al testa. Esteticamente sono molto particolari. Abbiamo diverse creature e popoli, tutti con tratti distintivi molto particolari, ognuno di loro possiede poteri, o caratteristiche uniche. Tra questi ho apprezzato il popolo degli "Etran", che esteticamente ho trovato ammalianti.
Ma entriamo nel dettaglio, i miei preferiti in assoluto sono: Enàbram, creatura oscura. Si tratta di un abissale il cui carattere si intuisce fin da subito. L'ho trovato più simile ad un uomo che ad un mostro dannato. Mi ha conquistato un po' per volta, con i suoi ragionamenti colti, ma soprattutto con il suo uscire dal personaggio mostrandoci ben altro.
Abel, su di lui consiglio di non femarsi all'apparenza. Se dovessi descriverlo in poche parole direi che: è un cristallo ricoperto da una spessa polvere.
Infine Altea pronta alle azioni più estreme per il bene di Esperia e di chi ama.
La narrazione è in terza persona, scorrevole e leggera.
La particolarità sta nei dialoghi di Enàbram, messi in evidenza dall' carattere corsivo corsivo molto particolare, cosa che differenza il personaggio e lo caratterizza.
Nello specifico i due autori hanno lavorato molto sul linguaggio di un personaggio, e direi che ci sono ampiamente riusciti.
In questa storia inoltre troveremo una storia d'amore, sentimento che spesso è la risposta più sottovalutata.
Andando avanti con la lettura ho rischiato più volte un esaurimento per le scelte prese dagli autori, e minacciato più volte questi ultimi, ma questa è un'altra storia, ad oggi non gli ho torto un capello tranquilli.
Ma cosa ci lascia questa storia? Decisamente molto insegnamenti.
L'importanza del sacrificio, inevitabile ma a volte unica ancora di salvezza.
Il saper andare oltre le apparenze, mai farsi accecare da una convinzione.
Bene e male due facce della stessa medaglia, in ognuno di noi alberga luce e oscurità.
A volte per raggiungere un bene superiore bisogna fare del male.
Sicuramente un capolavoro da leggere se siete amanti del genere fantasy.
5/5 ⭐⭐⭐⭐⭐




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